Da qualche settimana, nell’App Store degli Stati Uniti è stata rilasciata l’applicazione ufficiale di Grok, il chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale generativa di xAI, azienda controllata da Elon Musk.
Grok, per spiegarla velocemente, è un’alternativa a ChatGPT che offre più o meno le stesse possibilità e riesce a rispondere, in maniera discorsiva, a quasi tutte le domande esistenti oltre ad avere capacità molto avanzate nella generazione di immagini.
Per il momento Grok è disponibile, anche in Italia, all’interno dell’app X ma negli Stati Uniti è stata rilasciata anche come applicazione standalone e presto quest’intelligenza artificiale verrà integrata anche nei veicoli Tesla trasformandoli nelle automobili più avanzate di sempre in quanto potremo realmente conversare con l’auto ed ottenere risposte a qualsiasi tipo di domande.
La notizia del giorno è che xAI sta sviluppando una modalità vocale per l’app Grok su iOS, integrando un modello proprietario ed una soluzione di 11 Labs, leader nella sintesi vocale avanzata. La funzione è stata recentemente scoperta all’interno dell’ultima versione dell’app, anche se nascosta dietro flag sperimentali e non accessibile al pubblico.
Perchè è importante la modalità vocale di Grok per Tesla?
Aggiungere capacità vocali a quest’intelligenza artificiale è un passaggio fondamentale per l’integrazione sui veicoli Tesla. Se sullo smartphone abbiamo la possibilità di scrivere, mentre siamo alla guida certamente non potremo aprire la tastiera e digitare le domande.
Pertanto, affinchè Grok sostituisca l’attuale sistema di comandi vocali presente sui veicoli Tesla, è necessario che capisca le domande tramite comandi vocali e che sia in grado di rispondere allo stesso modo.
Stando a quello che possiamo vedere analizzando il codice dell’app, per il momento sono già disponibili diverse voci, con quattro opzioni e la possibilità scegliere il modello che si intende utilizzare tra Grok Voice o la soluzione di 11 Labs. Inoltre, sempre sull’app, notiamo la presenza di un toggle “Search” il quale suggerisce che il sistema potrebbe anche accedere a dati in tempo reale, ampliando le capacità del modello AI.
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