Tesla potrebbe presto essere soggetta a dazi calcolati appositamente sui suoi veicoli elettrici (EV) prodotti in Cina ed importati in Europa, nell’ambito della decisione dell’Unione Europea di imporre tariffe più elevate sui veicoli elettrici fabbricati in Cina.
Questa settimana, la Commissione Europea ha annunciato dazi provvisori fino al 38% sui veicoli elettrici cinesi, che entreranno in vigore dal 4 luglio. Queste misure fanno parte della strategia più ampia dell’UE per contrastare quella che considera una concorrenza sleale da parte dei produttori cinesi sovvenzionati.
Questa decisione avrà sicuramente un impatto anche su Tesla
Giga Shanghai svolge un ruolo cruciale nella strategia globale del produttore di automobili, producendo quasi un milione di veicoli all’anno. Nel 2023, circa 347.000 veicoli provenienti da questo stabilimento sono stati esportati, molti dei quali destinati al mercato europeo.
Tuttavia, mentre l’UE avanza con i suoi piani tariffari, Tesla sta spingendo per una valutazione più favorevole della sua situazione. L’azienda infatti, sostiene di aver ricevuto un supporto statale meno consistente rispetto ad altri produttori cinesi.
Questa cosa è assolutamente prevista dell’UE che ha dichiarato:
Qualsiasi società che produce in Cina e che desidera che la sua situazione particolare venga indagata può chiedere un riesame accelerato, in linea con il regolamento anti-dumping, subito dopo l’istituzione delle misure definitive (ossia 13 mesi dopo l’apertura delle indagini). Il termine per concludere tale revisione è di 9 mesi.
Un portavoce della Commissione Europea, Olof Gill, ha confermato che Tesla ha richiesto un esame individuale per ridurre potenzialmente la sua tariffa.
“A seguito di una richiesta motivata, Tesla potrebbe ricevere un’aliquota daziaria calcolata individualmente nella fase definitiva”, ha osservato la Commissione in un comunicato stampa.
L’aumento delle tariffe dell’UE colpisce non solo Tesla, ma anche importanti produttori cinesi di veicoli elettrici come BYD, Geely e SAIC. BYD affronterà una tariffa del 17,4% sui suoi veicoli elettrici a batteria (BEV), mentre Geely e SAIC vedranno tariffe del 20% e del 38,1%, rispettivamente.
Curiosamente, i plug-in hybrid sembrano essere esenti da queste tariffe, offrendo potenzialmente un vantaggio per aziende come BYD che producono sia BEV che plug-in hybrid.
Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden ha recentemente imposto tariffe del 100% sui veicoli elettrici cinesi. In confronto il tocco dell’Europa sarà molto più leggero.
Sebbene le tariffe imposte negli USA non impatteranno direttamente su Tesla, poiché l’azienda produce le vetture destinate al Paese direttamente sul territorio senza esportare alcuna auto dalla Cina agli Stati Uniti, Elon Musk ha espresso la sua opposizione a queste misure, affermando: “Né Tesla né io abbiamo richiesto queste tariffe. Tesla compete molto bene nel mercato cinese senza tariffe e senza supporto differenziale. Non sono favorevole a queste tariffe.”
Cosa succederà a Tesla in Italia?
L’unica Tesla prodotta in Cina che viene venduta in Italia è la Model 3 e quindi soltanto su questo modello si andranno ad applicare dei nuovi dazi doganali che inevitabilmente ne aumenteranno il prezzo.
Tesla ha infatti iniziato a comunicare agli utenti che dal 1° Luglio il prezzo della Model 3 potrebbe aumentare, come abbiamo visto nell’articolo dedicato.
Di quanto aumenterà il prezzo?
Questo è ancora impossibile da dire. Del presunto supplemento del 21% sui dazi ormai non c’è più certezza. Attraverso il riesame da parte della CE, Tesla potrebbe riuscire ad importare auto cinesi in Italia con una tariffa più bassa. Sarà tutto da vedere!
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